giovedì 18 luglio 2013

L'evoluzione del trucco nelle epoche: anni '60

Gli anni ‘60

Sono gli anni della svolta, della controtendenza.
E' in questo decennio che nasce la body art, lo stile etnico, la Pop art, lo stile Optical (netta contrapposizione tra bianco e nero), come pure il look 'Safari', opera del genio di Yves Saint Laurent. Le gonne si accorciano notevolmente, si intravedono le prime pance scoperte, gli stivali si allungano fino al ginocchio. E a dettar legge è Londra, orientando tutti i settori.
Così, se Jean Scrimpton, soprannominata 'gamberetto', é colei che incarna al meglio lo spirito delle Chelsea girls, Twiggy, il 'grissino', è il volto del '66. La prima ha una linea da adolescente, indossa la minigonna - idea della stilista Mary Quant - si presenta con capelli lunghi arredati di frangia e occhi dal trucco assai marcato. La seconda campeggia sulle copertine delle più importanti riviste con il suo taglio da monella, gli occhi incorniciati con la sfumatura 'a banana' e le ciglia inferiori disegnate con l'eye-liner, lo stesso che ha caratterizzato gli anni '50 e che adesso viene adoperato in maniera totalmente nuova e creativa.
La donna formosa quindi, icona del decennio precedente, è ormai “acqua passata”.

Nel campo dell’acconciatura a farla da padrone è Vidal Sasson, autore del taglio a “Carrè” (caschetto) e di altri tagli molto geometrici che accompagnarono i look delle piu famose star del decennio. Si narra inoltre che chi si sottoponesse sotto le sue arti non avesse libero arbitrio sul taglio, ma doveva stare alla creatività e all’estro dell’artista….pena…essere sbattuti fuori dal negozio coi capelli bagnati!!

Per quanto riguarda la cosmesi invece Mary Quant (ideatrice della minigonna) lancia le prime trousse, palette, naturalmente rigorosamente in plastica, come la maggior parte degli oggetti negli anni ’60.

Chi si spinge ancora più lontano nello studio del make-up però è Veruschka, indossatrice tedesca dalle nobili origini, che compone sul suo corpo vere e proprie opere d'arte adoperando le tecniche del camouflage e del body painting.
Ali di farfalle, di mosche, petali di fiori... tutto ciò che la natura mette a disposizione diventa spunto per arredare il volto. Famosi sono il “Jungle LooK”: ciglia finte sulle sopracciglia, per uno sguardo felino e il “Flower Power”: disegno dei fiori sul corpo, ideati dalla Veruschka stessa.


Verso la fine degli anni ’60 nasce una nuova tendenza, che ha portato alla ribalta la figura del truccatore/visagista.
Le case cosmetiche infatti cominciano ad assumere questi esperti professionisti per creare dei look da proporre nelle loro campagne, in modo da far diventare tendenza ciò che sarebbe stato pubblicizzato.
I visagisti sono visti come delle star, talmente importanti da essere quasi “irraggiungibili”, snob e altezzosi.
Chi al meglio in questi anni rappresenta questa nuova figura professionale è Serge Lutens, stilista, fotografo e profumiere francese
Nel 1962  viene assunto dalla rivista Vogue per creare make-up ed acconciature affiancato da grandi fotografi come Richard Avedon e Irving Penn.
Nel 1967 Christian Dior commissiona a Lutens la realizzazione di una nuova linea di cosmetici, che Vogue statunitense definisce "rivoluzionaria" .
Nel 1980 viene ingaggiato dalla Shiseido per far conoscere il nome del brand in tutto il mondo. Le sue campagne pubblicitarie per la Shiseido gli fanno ottenere due leoni d'oro nella sezione del festival di Venezia dedicata ad i cortometraggi pubblicitari. 
Nel 1982 Lutens crea per la Shiseido il profumo Nombre Noir
Nel 2000, ha lanciato il proprio marchio di fragranze "Parfums-Beaute Serge Lutens".

Trucco: Palpebra piena, applicando Ombretti colorati e vistosi (soprattutto azzurro e verde), eye-liner marcato, ciglia finte, sopracciglia naturali, blush rosato, labbra rosate/biscotto.
 








Icone: Twiggy, Jean Shrimpton, Verushka.

Twiggy
all'anagrafe Lesley Hornby 
E' una modella,  attrice e cantante inglese
venne scoperta all'età di sedici anni da Justin de Villeneuve, che la notò da un parrucchiere dove lavorava come shampista, intuendo il lei "il volto nuovo" che la Londra degli anni sessanta attendeva, lanciandola con il soprannome di "Twiggy" ("stecchino") in esplicito riferimento la sua acerba magrezza adolescenziale.
Appena un anno dopo infatti raggiunse una celebrità inimmaginabile, allorché Mary Quant decise di affidare alla sua immagine il lancio della minigonna.
Appare nel film “The Blues Brothers come ragazza alla quale Elwood aveva dato appuntamento in un'area di servizio.
È stata un giudice nel concorso America's Next Top Model.  Il suo nome è stato utilizzato come pseudonimo da Twiggy Ramirez, bassista della band Marilyn Manson, in cui quasi tutti i componenti associano il nome di una famosa modella/attrice a quello di un serial killer

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