Gli anni ‘60
Sono gli anni della svolta, della
controtendenza.
E' in questo decennio che nasce la body art, lo
stile etnico, la Pop art, lo stile Optical (netta contrapposizione tra bianco e
nero), come pure il look 'Safari', opera del genio di Yves Saint Laurent. Le
gonne si accorciano notevolmente, si intravedono le prime pance scoperte, gli
stivali si allungano fino al ginocchio. E a dettar legge è Londra, orientando
tutti i settori.
Così, se Jean Scrimpton, soprannominata
'gamberetto', é colei che incarna al meglio lo spirito delle Chelsea girls,
Twiggy, il 'grissino', è il volto del '66. La prima ha una linea da
adolescente, indossa la minigonna - idea della stilista Mary Quant - si
presenta con capelli lunghi arredati di frangia e occhi dal trucco assai
marcato. La seconda campeggia sulle copertine delle più importanti riviste con
il suo taglio da monella, gli occhi incorniciati con la sfumatura 'a banana' e
le ciglia inferiori disegnate con l'eye-liner, lo stesso che ha caratterizzato
gli anni '50 e che adesso viene adoperato in maniera totalmente nuova e
creativa.
Nel campo dell’acconciatura a farla da padrone è
Vidal Sasson, autore del taglio a “Carrè” (caschetto) e di altri tagli molto
geometrici che accompagnarono i look delle piu famose star del decennio. Si
narra inoltre che chi si sottoponesse sotto le sue arti non avesse libero
arbitrio sul taglio, ma doveva stare alla creatività e all’estro
dell’artista….pena…essere sbattuti fuori dal negozio coi capelli bagnati!!
Per quanto riguarda la cosmesi invece Mary Quant (ideatrice della minigonna) lancia le prime
trousse, palette, naturalmente rigorosamente in plastica, come la maggior parte
degli oggetti negli anni ’60.
Chi si spinge ancora più lontano nello studio
del make-up però è Veruschka, indossatrice tedesca dalle nobili origini, che
compone sul suo corpo vere e proprie opere d'arte adoperando le tecniche del camouflage
e del body painting.
Ali di farfalle, di mosche, petali di fiori...
tutto ciò che la natura mette a disposizione diventa spunto per arredare il
volto. Famosi sono il “Jungle LooK”: ciglia finte sulle sopracciglia, per uno
sguardo felino e il “Flower Power”: disegno dei fiori sul corpo, ideati dalla
Veruschka stessa.
Verso la fine degli anni ’60 nasce una nuova
tendenza, che ha portato alla ribalta la figura del truccatore/visagista.
Le case cosmetiche infatti cominciano ad
assumere questi esperti professionisti per creare dei look da proporre nelle
loro campagne, in modo da far diventare tendenza ciò che sarebbe stato
pubblicizzato.
I visagisti sono visti come delle star, talmente
importanti da essere quasi “irraggiungibili”, snob e altezzosi.
Chi al meglio in questi anni rappresenta questa
nuova figura professionale è Serge
Lutens, stilista, fotografo e profumiere francese
Nel 1962 viene assunto
dalla rivista Vogue per creare make-up ed acconciature affiancato da
grandi fotografi come Richard Avedon e Irving Penn.
Nel 1967 Christian Dior commissiona a Lutens la realizzazione di una nuova
linea di cosmetici, che Vogue statunitense definisce
"rivoluzionaria" .
Nel 1980 viene
ingaggiato dalla Shiseido per far conoscere il nome del brand in tutto il
mondo. Le sue campagne pubblicitarie per la Shiseido gli fanno ottenere due leoni d'oro nella sezione del festival di Venezia dedicata ad i
cortometraggi pubblicitari.
Trucco: Palpebra piena, applicando Ombretti colorati e vistosi (soprattutto
azzurro e verde), eye-liner marcato, ciglia finte, sopracciglia naturali, blush
rosato, labbra rosate/biscotto.
Icone: Twiggy, Jean Shrimpton, Verushka.
Twiggy
all'anagrafe Lesley Hornby
venne scoperta all'età di sedici anni da Justin de Villeneuve, che la notò
da un parrucchiere dove lavorava come shampista, intuendo il lei "il volto
nuovo" che la Londra degli anni sessanta attendeva, lanciandola con il soprannome di
"Twiggy" ("stecchino") in esplicito riferimento la sua
acerba magrezza adolescenziale.
Appena un anno dopo infatti raggiunse una celebrità inimmaginabile,
allorché Mary Quant decise di affidare alla sua immagine il lancio
della minigonna.
Appare nel film “The Blues Brothers” come ragazza alla quale Elwood aveva dato
appuntamento in un'area di servizio.
È stata un giudice nel concorso America's Next Top Model. Il suo nome è stato utilizzato come pseudonimo
da Twiggy
Ramirez, bassista della band Marilyn Manson, in cui quasi
tutti i componenti associano il nome di una famosa modella/attrice a quello di
un serial killer
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